Dr. Guido Panzarasa

Ricercatore del Politecnico Federale di Zurigo (ETH)

L’attuale policrisi ambientale-climatica-energetica costringe a ripensare sia i sistemi di produzione industriale che la natura dei prodotti medesimi. Diventa infatti necessario ridurre l’utilizzo di materie prime non rinnovabili (compresi i combustibili fossili) e le emissioni dannose per l’ambiente (sia in termini di gas serra che di rifiuti e inquinanti tout court), aumentando la capacità di riciclo dei prodotti alla fine del loro ciclo di utilizzo. La conversione di biomasse vegetali in prodotti chimici di base e materiali, quando operata in modo responsabile ed in stretta osservanza dei principi della “chimica verde”, è una valida strategia di sostenibilità in ambito tanto ambientale quanto economico. Lo scopo di questa relazione è di mostrare, anche con l’aiuto di digressioni storico-tecnologiche, le grandi potenzialità insite nell’uso di composti tradizionalmente isolati da frutti (come alcuni acidi carbossilici, ma non solo) per la realizzazione di materiali avanzati e allo stesso tempo sostenibili. Verrà discusso, ad esempio, di come sia possibile utilizzare un sottoprodotto della produzione del vino per realizzare la fusione sia dei metalli che dei formaggi, e di come lo stesso possa essere trasformato in un materiale piezoelettrico per la produzione di energia. Ma si parlerà anche di come trasformare la buccia dei pomodori in plastica, e della sintesi di (nano)materiali col succo di limone. Non si tratta solo di mere curiosità, ma di un vero e proprio ripensare la chimica e la scienza dei materiali. Nello spirito, al passo coi tempi e gli sviluppi scientifici, del movimento chemiurgico dei primi decenni del XX secolo. Insomma è proprio il caso di dire, “siamo alla frutta”!