Il seminario prende spunto dal ricordo dei settant’anni della morte di Enrico Fermi; Fermi è storicamente riconosciuto come lo scienziato che illuminò il panorama scientifico italiano e mondiale per aver intuito, teorizzato e realizzato l’incredibile ed immenso potenziale che risiede nello sfruttamento dell’energia nucleare. Il seminario ricorda la formazione scientifica di Fermi dalla prima giovinezza fino alla laurea in Fisica nel ’21 presso la Scuola Normale di Pisa, e l’incontro fondamentale con Orso Mario Corbino nel ’22, direttore dell’Istituto di Fisica, situato in via Panisperna a Roma. Corbino intuisce, nella figura di Fermi, lo scienziato a cui concedere la formazione di un gruppo di lavoro che divenne il centro di eccellenza di fisica a livello mondiale. Fermi con Enrico Persico, Franco Rasetti e Corbino reclutarono all’interno della facoltà di Ingegneria Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Antonio Majorana e successivamente Bruno Pontecorvo e così si formò il gruppo di scienziati di via Panisperna. Nel ’29 gli studi si concentrano sulle prospettive future della fisica nucleare: ossia studiare i nuclei, bersagliandoli con proiettili naturali (neutroni) emessi da sostanze radioattive, trasmutando gli elementi e liberando energia. Il gruppo, a cui si unisce nel ’33 il chimico Oscar D’Agostino, scopre che sono in “neutroni “lenti”, a bassa energia, i proiettili più efficaci per ottimizzare la radioattività artificiale. Questo approccio pone le basi per la costruzione della pila atomica e delle bombe a fissione e porterà il Nobel a Fermi nel ’38. Il seminario prosegue con la diaspora dei “Ragazzi di via Panisperna” e con la fuga negli Stati Uniti di Fermi. Negli USA realizza il primo reattore nucleare e successivamente ha un ruolo chiave per la bomba a fissione nel Progetto Manhattan a Los Alamos. A seguito di una malattia incurabile, Fermi si spegne a 53 anni il 29 Novembre del 1954.