TEATRO COCCIA – Il Trovatore

OPERA

Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Salvatore Cammarano
Direttore: Antonello Allemandi
Regia: Deda Cristina Colonna
Scenografo e costumista: Domenico Franchi
Light designer Fabrizio Gobbi

Leonora: Sara Cortolezzis (20-22 Gennaio) / Alessandra Adorno (21 Gennaio)
Manrico: Gaston Rivero (20-22 Gennaio) / Sejoon An (21 Gennaio)
Conte di Luna: Jorge Nelson Martinez González (20-22 Gennaio) / Luca Bruno (21 Gennaio)
Azucena: Carmen Topciu (20-22 Gennaio) / Giulia Diomede (21 Gennaio)
Ferrando: Deyan Vatchkov
Ruiz: Francesco Marsiglia
Ines: Yo Otahara

Maestro del Coro: Massimo Fiocchi Malaspina
Coro As.Li.Co
Orchestra Filarmonica Italiana
Coproduzione Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso
 

La Stagione 2023 si apre, in occasione delle festività del Santo Patrono di Novara, San Gaudenzio, con una delle più amate opere della tradizione verdiana “Il Trovatore” (da Venerdì 20 a Domenica 22 Gennaio).
L’opera è una coproduzione tra la Fondazione Pergolesi Spontini, il Teatro Coccia, il Teatro Sociale di Rovigo e il Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso.
In buca l’Orchestra Filarmonica Italiana guidata da Antonello Allemandi che torna al Coccia dopo l’esperienza dell’opera contemporanea Cuore divorato.
La regia porta la firma stilistica di sobrietà e raffinatezza tipica di Deda Cristina Colonna, recentemente vincitrice del premio teatrale Jan Kiepura 2022 come migliore regista per la regia e coreografia di Castor et Pollux di J.-Ph. Rameau. Costumi e scene sono di Domenico Franchi.
Con Il Trovatore si dà il La a una nuova consuetudine per gli anni a venire: consegnare a giovani debuttanti la seconda recita (quella del sabato sera, fuori abbonamento), a concreto sostegno delle nuove generazioni.

La vicenda de ‘Il Trovatore’ si svolge di notte; è l’ultima notte del Medio Evo, il buio dell’animo umano prigioniero delle superstizioni, dell’odio e dell’ignoranza, l’oscurità in cui si bruciano le streghe, si coltivano sentimenti di inflessibile vendetta, in cui l’amore è espresso come diritto di possesso e la menzogna è sconfitta quando ormai è troppo tardi. ‘Egl’era tuo fratello!’, esclama Azucena alla fine dell’opera; la verità finalmente dichiarata annuncia un’alba di nuova consapevolezza, in cui il Conte di Luna dovrà decidere se e come continuare a vivere (‘ E vivo ancor! ‘).
Motore della vicenda è la pressione della vendetta che pesa sull’animo di Azucena, che l’ha ricevuta dalla madre e che a sua volta inevitabilmente trasferisce sulle spalle di Manrico. Leonora attorniata dalle religiose nel convento e Manrico accompagnato dai carcerieri nel ‘miserere’ rappresentano momenti paralleli, come pure l’amore di Manrico e del Conte per Leonora, nella quale entrambi cercano la compensazione ed il coronamento dei propri sentimenti estremi. Nella stessa prospettiva, Manrico lascia Azucena per non perdere Leonora, ma in seguito abbandonerà quest’ultima per tentare di salvare la madre.
Personaggio centrale della vicenda è Leonora. All’inizio giovane entusiasta ed inesperta nella gestione di sentimenti ancora sconosciuti e non misurati, sceglie di morire simbolicamente prendendo i voti quando pensa che Manrico sia morto. In seguito, quando Manrico stabilisce la priorità del proprio ruolo di figlio su quello di coniuge ( ‘era già figlio prima d’amarti, non può frenarmi il tuo martir’ ) e l’abbandona per correre a salvare la madre Azucena, Leonora evoca la morte come alternativa matura ad una realtà sentimentalmente sconfortante: ‘Non reggo a colpi tanto funesti… Oh quanto meglio saria morir!’ è il suo commento dopo l’aria ‘Di quella pira’.
Questa presa di consapevolezza traccia l’inevitabile cammino Leonora verso la morte volontaria, vittima della notte del cuore, dominata dal conflitto tra l’amore barbaro ed appassionato del Conte ed il sentimento immaturo e deludente di Manrico.
Nel finale dell’opera, la rappresentazione di una ‘pietà’ in cui Azucena regge il cadavere di Leonora, con il Conte di Luna disperato ai suoi piedi celebra l’alba in cui la luce della verità inaugura il riscatto dell’uomo dalla notte dell’ignoranza e della menzogna
 

Dal:

20/01/2023

Al:

22/01/2023

Orario: venerdi, sabato dalle 20,30 domenica dalle 16,00

Dove: Teatro Coccia

Indirizzo: Via Fratelli Rosselli, 47, 28100 Novara NO, Italia

Prezzi: intero da euro 26,00 a euro 50,00

Informazioni: 0321 233201; info@fondazioneteatrococcia.it; biglietteria@fondazioneteatrococcia.it

Organizzazione: Fondazione Teatro Coccia

venerdì 20 Gennaio 2023 — domenica 22 Gennaio 2023
00:00 — 00:00