CIRCOLO DEI LETTORI – Sul baratro
Circolo dei Lettori, Castello Sforzesco di Novara
Mercoledì 15 Febbraio, ore 18.00
Sul baratro
Città, artisti e scrittori d’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale
presentazione del libro (Ed. Neri Pozza) di e con Marina Valensise e con Barbara Cottavoz
Città, artisti e scrittori d’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale
presentazione del libro (Ed. Neri Pozza) di e con Marina Valensise e con Barbara Cottavoz
Attraverso un percorso nelle capitali europee del 1938 in compagnia di un personaggio rappresentativo di ognuna di esse, il libro ricostruisce il destino di quindici scrittori, artisti, poeti e intellettuali, con i loro drammi, le passioni, i sogni, le ambizioni e le angosce legate all’imminenza della guerra.
Un continente sull’orlo dell’abisso, incredulo, preso alla sprovvista dall’accelerazione dei fatti e dalla spirale di eventi imprevedibili e ingovernabili che ne derivano. Il 1938 e l’ultimo anno di un’apparente pace nell’Europa che ha vissuto male i vent’anni che la separano dalla fine della Grande guerra. La Germania nazista vuole imporle la sua egemonia. Marina Valensise coglie mirabilmente l’ansia segreta, l’inquietudine, il tormento o la semplice indifferenza che aleggiano sul Vecchio continente. Per farlo, sceglie la chiave solo apparentemente rapsodica di un viaggio attraverso le sue capitali, da Vienna a Budapest, da Berlino a Parigi, da Praga a Bucarest, passando da Vilna e Varsavia, Mosca e Leningrado, e poi ancora da Riga a Drohobyč, da Salisburgo a Lucerna, da Roma sino all’approdo finale a Bruxelles. In ogni città si fa accompagnare da un personaggio che la rappresenti, ricostruendo cosi il destino di quindici scrittori, artisti, poeti, intellettuali, con i loro drammi, le passioni, i sogni, le ambizioni e le angosce nell’imminenza della guerra.
Allora molti capirono, alcuni fraintesero, altri fuggirono. I fili di tanti destini si intrecciano di continuo senza mai confondersi. Ci sono amici come Anna Achmatova e Osip Mandel’štam, poeti uniti dal patimento per la persecuzione subita durante il terrore stalinista. Ci sono semplici conoscenti, come Sigmund Freud e Stefan Zweig, l’ebreo viennese esule a Londra già prima dell’Anschluss, che nell’estate del 1938 sarà fra i primi, col pittore Salvador Dali, a dare il benvenuto al fondatore della psicoanalisi espatriato in Inghilterra. Ci sono emuli e seguaci, come Licy von Wolff-Stomersee, l’aristocratica del Baltico e psicoanalista, moglie di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che resistette al cambio di regime psicoanalizzando un bolscevico nel suo castello in Lettonia. Ci sono stranieri in patria come Bruno Schulz, nato polacco nella Galizia orientale consegnata prima all’Ucraina, poi all’Unione Sovietica, e infine ai nazisti, o come Czesław Miłosz, nato suddito dello zar in Lituania e mai diventato del tutto polacco. Ci sono artisti e poeti in fuga come Arturo Toscanini dalla Bayreuth di Winifred Wagner, o come Wystan H. Auden e Alberto Moravia che partono per l’Estremo Oriente e si ritrovano a vagare per le strade di Pechino mentre in Europa sta per scoppiare la fine del mondo. E ci sono apolidi che scelgono l’esilio come Odon von Horvath, nato a Fiume suddito asburgico e morto a Parigi una sera di giugno per un incidente assurdo che è il simbolo stesso del trauma europeo.
In questo libro si agitano le anime di grandi intellettuali, scrittori e artisti del Novecento, con i loro sogni, le illusioni, i pensieri. Le loro inquietudini increspano le pagine come fossero onde di un mare sconvolto e ricordano al lettore contemporaneo quanto sia vulnerabile la liberta europea e quanto fragile sia la civiltà che ne e il fondamento.
Un continente sull’orlo dell’abisso, incredulo, preso alla sprovvista dall’accelerazione dei fatti e dalla spirale di eventi imprevedibili e ingovernabili che ne derivano. Il 1938 e l’ultimo anno di un’apparente pace nell’Europa che ha vissuto male i vent’anni che la separano dalla fine della Grande guerra. La Germania nazista vuole imporle la sua egemonia. Marina Valensise coglie mirabilmente l’ansia segreta, l’inquietudine, il tormento o la semplice indifferenza che aleggiano sul Vecchio continente. Per farlo, sceglie la chiave solo apparentemente rapsodica di un viaggio attraverso le sue capitali, da Vienna a Budapest, da Berlino a Parigi, da Praga a Bucarest, passando da Vilna e Varsavia, Mosca e Leningrado, e poi ancora da Riga a Drohobyč, da Salisburgo a Lucerna, da Roma sino all’approdo finale a Bruxelles. In ogni città si fa accompagnare da un personaggio che la rappresenti, ricostruendo cosi il destino di quindici scrittori, artisti, poeti, intellettuali, con i loro drammi, le passioni, i sogni, le ambizioni e le angosce nell’imminenza della guerra.
Allora molti capirono, alcuni fraintesero, altri fuggirono. I fili di tanti destini si intrecciano di continuo senza mai confondersi. Ci sono amici come Anna Achmatova e Osip Mandel’štam, poeti uniti dal patimento per la persecuzione subita durante il terrore stalinista. Ci sono semplici conoscenti, come Sigmund Freud e Stefan Zweig, l’ebreo viennese esule a Londra già prima dell’Anschluss, che nell’estate del 1938 sarà fra i primi, col pittore Salvador Dali, a dare il benvenuto al fondatore della psicoanalisi espatriato in Inghilterra. Ci sono emuli e seguaci, come Licy von Wolff-Stomersee, l’aristocratica del Baltico e psicoanalista, moglie di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che resistette al cambio di regime psicoanalizzando un bolscevico nel suo castello in Lettonia. Ci sono stranieri in patria come Bruno Schulz, nato polacco nella Galizia orientale consegnata prima all’Ucraina, poi all’Unione Sovietica, e infine ai nazisti, o come Czesław Miłosz, nato suddito dello zar in Lituania e mai diventato del tutto polacco. Ci sono artisti e poeti in fuga come Arturo Toscanini dalla Bayreuth di Winifred Wagner, o come Wystan H. Auden e Alberto Moravia che partono per l’Estremo Oriente e si ritrovano a vagare per le strade di Pechino mentre in Europa sta per scoppiare la fine del mondo. E ci sono apolidi che scelgono l’esilio come Odon von Horvath, nato a Fiume suddito asburgico e morto a Parigi una sera di giugno per un incidente assurdo che è il simbolo stesso del trauma europeo.
In questo libro si agitano le anime di grandi intellettuali, scrittori e artisti del Novecento, con i loro sogni, le illusioni, i pensieri. Le loro inquietudini increspano le pagine come fossero onde di un mare sconvolto e ricordano al lettore contemporaneo quanto sia vulnerabile la liberta europea e quanto fragile sia la civiltà che ne e il fondamento.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
Dal:
15/02/2023
Al:
15/02/2023
Orario: mercoledi dalle 18,00
Dove: Castello di Novara
Indirizzo: P.za Martiri della Libertà, 3, 28100 Novara NO, Italia
Prezzi: Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
Informazioni: info.novara@circololettori.it
Organizzazione: Fondazione Circolo dei Lettori di Novara
mercoledì 15 Febbraio 2023 — mercoledì 15 Febbraio 2023
00:00 — 00:00