La Chiesa di Ognissanti è situata nell’angolo tra via Silvio Pellico e vicolo Ognissanti, ed è uno degli edifici più antichi di Novara.
Se ne ha infatti già notizia dai documenti del vescovo Litifredo, che nel 1124 elenca 11 edifici, di cui la Chiesa di Ognissanti è l’unico a essere sopravvissuto a oggi. Nel 1132 viene citata inoltre tra i beni confermati da Innocenzo II al vescovo.
Chiesa di Ognissanti, tra gli edifici più antichi di Novara, se ne ha già notizia dai documenti del vescovo Litifredo
La struttura, in piena corrispondenza con la sua epoca, presentava un’architettura di stile romanico. Nel corso dei secoli, però, la Chiesa di Ognissanti ha subito diversi interventi, che hanno contaminato lo stile iniziale con quello contemporaneo ai lavori.
La facciata e la doppia volta del tiburio, ad esempio, vennero pesantemente modificati in epoca barocca, includendo anche degli affreschi di Lorenzo Peretti.
Tra il 1953 e il 1960 è stato attuato un restauro che ha permesso di recuperare la primitiva fisionomia romanica, andando quindi a eliminare le aggiunte e modifiche successive.
La parte esterna presenta oggi una facciata a salienti con archetti pensili. Delle mensoline in cotto poste sotto il tetto circondano l’intero edificio e sorreggono gli archetti.
La Chiesa di Ognissanti ha inoltre un tiburio ottagonale, illuminato da bifore e monofore. All’interno, le navate sono tre, e ognuna ha quattro campane voltate a crociera e un transetto non sporgente.
Sempre all’interno sono degni di nota i pilastri, su basi quadrate monolitiche con capitelli in pietra d’Angera arricchiti da motivi stilizzati.
Non manca anche la parte pittorica: sono presenti affreschi nell’abside e un frammento della Madonna del latte, attribuito a Daniele De Bosis.
Sebbene aggiunte in epoca successiva, sono invece rimaste inalterate le due teste angeliche sopra il trono, risalenti al Settecento.
La Chiesa di Ognissanti, insieme alla Torre di Palazzo Natta, resta a oggi uno splendido seppur piccolo esempio di architettura medievale, anche grazie all’opera di restauro del Comune che ha consentito di recuperarne l’originaria bellezza e semplicità.