Casa della Porta è uno degli edifici di prestigio che popolano via Canobio a Novara. Si tratta di un significativo esempio di dimora signorile, databile tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV secolo.
La sua storia, come quella di molti edifici di Novara e dello stesso Duomo, è travagliata, fatta di nuclei originari completamente rinnovati e modifiche che si sono succedute nel corso dei secoli.
Casa della Porta: il gioiello medievale di via Canobio
Secondo l’esame delle fasi storiche dell’edificio, un primo nucleo di Casa della Porta è databile già intorno all’anno Mille, grazie all’utilizzo di materiale frammentario romano.
Intorno al 1300 si ha un primo intervento consistente in un sopraelevamento. Nel 1400, invece, si procede a un’ulteriore sistemazione di Casa della Porta, che prevede anche la costruzione delle tre grandi finestre oggi visibili nella facciata.
Le particolari finestre seguono un profilo ad arco ogivale, con cornici quadrangolari di formelle in terracotta a stampo, i cui soggetti sono rappresentati da motivi floreali a torciglione.
È inoltre possibile notare sempre sul fronte strada di Casa della Porta due stemmi gentilizi, che indicano due dei proprietari che si sono avvicendati
Il primo consiste in un cappello cardinalizio, stemma di Ardicino della Porta, inquilino della casa a inizio Quattrocento.
Il secondo, invece, è costituito da un biscione visconteo, la cui proprietà viene fatta risalire al casato di una nobile consorte.
Lo spirito di rinnovamento che caratterizzò la fine del XIX e l’inizio del XX secolo portò quasi all’abbattimento di Casa della Porta. A seguito di un acceso dibattito, l’edificio passò dall’Istituto Opere Pie di San Paolo nelle mani dell’architetto Carlo Nigra.
Quest’ultimo si prodigò negli anni tra il 1918 e il 1930 in una serie di interventi che avevano come scopo il recupero dello stile originario della costruzione, in linea con la corrente artistica dell’epoca.
Successivi interventi di restauro e mantenimento concludono la travagliata storia di Casa della Porta, oggi protagonista insieme a Casa Rognoni Salvaneschi di via Canobio.