Chiesa di Sant’Agostino e Convitto Carlo Alberto: il Monastero Agostiniano e la trasformazione in struttura educativa per la classe dirigente
La Chiesa di Sant’Agostino e il Convitto Carlo Alberto sono edifici sorti in epoca napoleonica.
In quegli anni, la città di Novara era diventata capoluogo del Dipartimento d’Agogna e, come tale, godeva di un certo prestigio e riconoscimento.
Questo riconoscimento ha portato alla trasformazione di edifici già esistenti in strutture militari, ma anche in complessi dedicati specificatamente alla formazione della nuova classe dirigente del territorio.
Tra questi figura proprio uno dei quattro licei nazionali con l’annesso Convitto Carlo Alberto.
L’edificio scelto per questo progetto fu il Monastero di Sant’Agostino, che divenne così il Convitto Carlo Alberto del Liceo, mentre l’edificio propriamente scolastico trovò invece sede nel vicino Monastero della Maddalena. Gli edifici vennero poi collegati tramite due passaggi a livello sopraelevato rispetto alla strada.
Il Monastero di Sant’Agostino aveva avuto a sua volta una lunga storia, prima di essere destinato a uso scolastico. Sorto nel 1480, fu costruito per dare un luogo sicuro entro le mura cittadine alle Umiliate di Sant’Agnese, che si prodigarono per la sua realizzazione.
Le Monache Agostiniane da cui l’edificio prese il nome si unirono invece soltanto nel 1562, seguite poi da quelle di Sant’Antonio, anch’esse appartenenti all’ordine cistercense.
Proprio come accadde per il Monastero di Santa Maria Maddalena, l’edificio che divenne poi il Convitto Carlo Alberto ospitò delle “inquiline” particolarmente operose. Divenne infatti rinomata la sua spezieria. Le religiose coltivavano numerose tipologie di erbe nel loro orto, che utilizzavano per realizzare medicinali poi venduti alla comunità.
Oggi il Convitto Carlo Alberto ospita ancora la chiesa appartenuta all’ordine Agostiniano, visibile nell’angolo sud-ovest del complesso. L’edificio si divide in chiesa interna ed esterna, e comprende anche opere di pregio, tra cui un ciclo di opere su Sant’Agostino, alcune tele di Giuseppe Nuvolone (1619-1703) e il dipinto di Villanova di Filippo Abbiati (1643-1715) con San Tommaso, oggi conservati in Vescovato.
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