Indirizzo:
Via Canobio, 12 – Novara (NO)
Orari:
Il Museo del Giocattolo è visitabile
da martedi a sabato 09.00 – 12.30
solo su prenotazione
Biglietto:
ingresso gratuito
Info e Prenotazioni:
0321 3702755-2770-2758
Il Museo del Giocattolo è stato allestito nelle salette espositive al piano terra di Casa Rognoni Salvaneschi in Via Canobio 12.
Il lascito del 1985 di Alessandra Rognoni Salvaneschi ha offerto alla collettività l’edificio quattrocentesco insieme con il prezioso arredo della famiglia ed un’enorme collezione a carattere storico, artistico e culturale tra cui pizzi, abiti ed un’importante raccolta di giocattoli d’epoca.
Il Museo, inaugurato nel settembre 2012, raccoglie diverse centinaia di giocattoli d’epoca, alcuni di grande importanza storica, raccolti nel corso degli anni da Alessandra Rognoni, che costituiscono una delle più pregevoli collezioni di questo genere della Regione Piemonte.
L’esposizione comprende una selezione di giochi e giocattoli di fine Ottocento e primi del Novecento appartenenti alle raccolte della Casa Museo, tra cui bambole, marionette e teatrini, lanterne magiche, giochi da tavolo e di società, riproduzioni in miniatura di oggetti di uso quotidiano, di mezzi di trasporto, navi, treni e soldatini, attraverso i quali il bambino prova, nel gioco, ad imitare il comportamento dell’adulto.
Sono anche presenti stoviglie e strumenti da cucina in miniatura, per le bambine che, giocando, fingevano di diventare “casalinghe” perfette, vere e proprie donnine di casa.
GIOCHI E GIOCATTOLI A CASA ROGNONI
L’esposizione
Nella concezione attuale il gioco fa parte del mondo dell’infanzia. Ma non è sempre stato così. Solo con l’ascesa e il rafforzamento della borghesia, nel XVIII e nel XIX secolo, la fase dell’infanzia fu scoperta in tutte le sue caratteristiche e da allora il gioco divenne strumento educativo. Il riconoscimento dell’essenza liberatoria, fantastica e creativa del ‘giocare’ determinò la nascita di oggetti destinati ai bambini: i giocattoli.
Scrive Baudelaire: “… Tutti i bambini parlano con i loro giocattoli; i giocattoli diventano gli attori nel grande dramma della vita, ridotto alla misura della camera oscura del loro piccolo cervello. I bambini dimostrano attraverso il gioco la loro grande capacità di astrazione e la loro enorme forza immaginativa. Questo mezzo con cui i bambini soddisfano la fantasia è segno della spiritualità dei loro concetti artistici. Il giocattolo rappresenta l’iniziazione del bambino all’arte, o piuttosto all’applicazione pratica dell’arte, e divenuto adulto, nessuna perfetta opera d’arte susciterà in lui lo stesso calore, lo stesso entusiasmo, la stessa sicurezza…”
Teatrini, marionette, lanterne magiche
Nella seconda metà dell’Ottocento si diffonde il “gioco del teatrino” sintesi di due tradizioni contrapposte e lontane: quella popolare degli spettacoli di piazza tenuti dai burattinai ambulanti, e quella colta del teatro delle marionette in voga nei salotti aristocratici.
Protagoniste dei teatrini sono le marionette, mosse con estrema perizia dai marionettisti attraverso un sistema di fili, esse ripropongono i personaggi delle favole più care all’infanzia.
Altre forme di svago molto apprezzate sono le lanterne magiche. Ad esse spetta il merito di avere introdotto gradualmente il movimento delle immagini, precorrendo così le moderne forme di animazione.
Giocando s’impara
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si assiste alla nascita del giocattolo industriale come ricostruzione del mondo dell’adulto. Scopo di queste ricostruzioni d’ambiente è l’acquisizione di destrezza e dimestichezza con le attività femminili per le bambine, e la conoscenza del mondo del lavoro per i maschietti. Tutto ciò rappresentava un passaggio indispensabile nell’educazione del bambino verso la vita futura.
I giochi di società
Nati inizialmente come occasione di svago e passatempo per gli adulti, con l’affermarsi dell’attenzione al mondo infantile essi si connotano di nuovi significati e di intenti didattici e pedagogici. Creati con semplici materiali, quali la carta e il legno, tra la fine del 19° secolo e l’inizio del 20° si diffondono sul mercato che, rispondendo ad una pressante domanda, ne inventa di nuovi destinati esclusivamente ai fanciulli.
Le bambole
Fin dalle sue origini antichissime la bambola si identifica come giocattolo “sovrano” tra tutti gli altri balocchi. Le bambole non erano – e non sono ancora oggi – solo giochi: questo concetto appare ben chiaro di fronte alla loro apparenza di “duplicati umani”. Oggetto di innegabile bellezza, con il suo fascino irresistibile conquista grandi e piccini e diventa il simbolo e il veicolo di emozioni e desideri.
Il mondo in miniatura
Lo spirito di emulazione che spinge il bambino ad imitare il comportamento dell’adulto si esprime con la produzione di piccoli modelli in scala quali navi, soldatini, mezzi di trasporto. Veri e propri capolavori che, prodotti inizialmente dagli artigiani, a partire dal 19° secolo, vedono la nascita di industrie che utilizzano diversi materiali quali stagno, piombo, latta e, più tardi, la gomma.