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Casa Rognoni Salvaneschi è la quarta tappa della linea 2, quella che attraversa il ‘400 e il ‘500.
La residenza privata entra nel percorso turistico della città di Novara nel 1985 quando, su volere testamentario di Alessandra Salvaneschi Rognoni, le raccolte della famiglia e l’edificio che le ospita vengono assegnate al Comune di Novara.
Casa Rognoni Salvaneschi: una residenza-museo nel cuore della città
L’edificio conosciuto come Casa Rognoni Salvaneschi è in realtà nato dall’accorpamento di più proprietà, poi ereditate da Francesco Rognoni. Ernesto, figlio di Francesco, inizia la raccolta, poi proseguita dal nipote Franz. Quest’ultimo si occupò negli anni Cinquanta di recuperare il corpo di fabbrica, costituito da una torre illuminata da una finestra in cotto e sormontata da frange lombarde.
Oltre a ripristinare l’originale aspetto quattrocentesco, fu volontà della famiglia anche ricreare all’interno della residenza un arredo tipico delle case aristocratiche dell’Ottocento.
Testimonianza del legame esistente fra i novaresi e la loro città, il lascito del 1985 di Alessandra Rognoni Salvaneschi ha offerto alla collettività il prezioso arredo della famiglia, insieme con l’edificio che le ha sempre ospitate: un palazzo quattrocentesco situato in una delle vie più centrali di Novara, dove si può ammirare la sua bella facciata in laterizio rosso.
Gli oggetti e le collezioni d’arte applicata, conservati negli appartamenti abitati da Alessandra Rognoni fino alla sua morte, sono il frutto della costante e condivisa passione sua e del marito Franz, che raccolsero, nelle stanze della raffinata abitazione cittadina e nei locali di servizio, il maggior numero possibile di documenti di cultura materiale che poterono raccogliere nell’ambiente novarese.
La Casa Museo Rognoni Salvaneschi raccogliere un’enorme collezione a carattere storico, artistico e culturale ed ospita numerosi reperti tra cui mobili ed oggetti d’importanza storico-artistica dell ‘800 e inizi ‘900.
Vi si trovano infatti pizzi, ricami ottocenteschi, abiti, ceramiche, strumenti professionali e di mestiere, attrezzi da lavoro domestico e un’importante raccolta di giocattoli d’epoca.
In particolare, il lavoro di Alessandra Salvaneschi Rognoni si è concentrato sulla figura della donna e degli oggetti indossati e utilizzati nella vita quotidiana della nobiltà e non solo.
Un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, dritti verso una delle epoche più floride per la città di Novara, caratterizzata dal fervente lavoro dell’Antonelli sul rifacimento di alcuni pezzi di storia della nostra città.
La Casa Museo Rognoni Salvaneschi è purtroppo chiusa al pubblico per motivi di sicurezza mentre è possibile visitare il Museo del Giocattolo allestito nelle salette espositive al piano terra dell’edificio.