Corso Cavour: l’asse viario romano diventato via principale del centro di Novara

Corso Cavour è una delle più importanti vie del centro, è già in epoca romana costituiva uno dei quattro assi viari su cui si fondava la città. La storia di Corso Cavour si intreccia con quella di Alessandro Antonelli quando quest’ultimo propone, nel 1857, un ampliamento dell’allora Corso Porta Sempione accettato dal Comune di Novara.

Fu però per primo l’architetto Rivolta a proporre un allargamento e la rettifica dell’asse viario, che aveva l’importante funzione di collegamento tra il centro e l’appena realizzata – 1854 – stazione ferroviaria.

Antonelli aveva disegnato in progetto in cui Corso Cavour avrebbe ospitato dei portici sugli edifici posti lungo il fronte orientale del corso. Alla fine, una piazza a pianta esagonale avrebbe avuto la funzione di raccordo tra le diverse strade che giungevano dalle periferie.

Il portico sarebbe poi stato prolungato, da solo, fino ad arrivare alla stazione, lungo l’attuale viale Giuseppe Garibaldi.

Ancora una volta, però, proprio come avvenne con l’Archivio Notarile di Novara, le proposte dell’Antonelli non trovarono realizzazione a causa della mancanza di fondi del bilancio comunale.

C’era però anche un’altra motivazione: la ferma opposizione dei proprietari degli edifici di Corso Cavour, che rifiutarono di far attuare le modifiche proposte alle loro proprietà.

Solo diversi anni dopo Corso Cavour sarebbe stato oggetto di intervento. I piani regolatori comunali hanno infatti compiuto degli interventi sull’asse viario nord-sud, basandosi sulla contemporanea corrente di trasformazione dei centri antichi in base allo stile architettonico dell’epoca.

Oggi, alla fine di Corso Cavour si estende l’omonima piazza, dove si erge il monumento su doppio piedistallo dedicato a Camillo Benso Conte di Cavour. La statua era posta in origine al centro esatto della piazza, ma è stata poi spostata per consentire il transito dei veicoli.

Ecco come Corso Cavour è andato ad acquisire il tipico aspetto ottocentesco, realizzando così parte delle proposte dell’Antonelli.

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