Palazzo Natta Isola: la sede della provincia di Novara nell’antica contrada nobiliare

Palazzo Natta è uno degli edifici storici più conosciuti di Novara, anche per via della funzione che oggi riveste di palazzo della provincia e di prefettura.

Il primo nucleo architettonico del complesso a sorgere fu l’annessa Torre dell’Orologio risalente al 1268, costruita in epoca precedente al resto dell’edificio.

L’area era edificata già in epoca medievale, ma le prime testimonianze dell’esistenza di Palazzo Natta risalgono soltanto al Cinquecento, quando la costruzione viene indicata come proprietà delle famiglie milanesi Fiorenza e Casati.

Il progetto di Palazzo Natta viene attribuito a Pellegrino Tibaldi (1527-1596) e fatto risalire attorno al 1580. Il piano prevedeva uno sviluppo lungo l’asse che collega il portale d’ingresso alla quinta muraria del giardino in stile rocaille, passando per la corte porticata in stile dorico.

Proprio dal cortile si accede allo scalone che porta alle sale del piano nobile. Qui, gli stucchi, le volte affrescate e i sovrapporta rappresentano i diversi stili che si sono succeduti da parte degli autori degli interventi decorativi. Con la costruzione del secondo piano lo scalone d’onore venne poi fatto proseguire con altre due rampe di scale più piccole.

Successivamente, nel 1690, Palazzo Natta passò ai Caccia di Mandello e poi alle famiglie Natta d’Alfano e Natta Isola di Casale.

La costruzione fu quindi oggetto di interventi di rinnovamento, come un inventario del 1751 testimonia. I lavori furono possibili grazie al patrimonio appartenente alla dote di Maria Egiziaca Natta. In assenza di eredi maschi, la proprietà passò proprio alla famiglia della donna, che la mantenne fino al 1865.

Nella seconda metà del XIX secolo e nella prima del XX Palazzo Natta fu oggetto di operazioni di vendita e acquisizioni. Infine, venne rilevato dalla Provincia di Novara che vi stabilì i propri uffici e la sede della prefettura. Il giardino è stato oggetto di restauro nel 1998, e include alcuni esemplari rari come un tasso bicentenario