Sin dall’epoca Romana, l’importanza strategica della città di Novara venne riconosciuta e tenuta in considerazione dagli amministratori. La città rappresentava infatti un baluardo di difesa per le città di Ivrea, Milano e Vercelli contro gli attacchi che provenivano da Nord.

Resti romani Castello Visconteo Sforzesco: il primo nucleo della difesa della città

I resti romani Castello sono proprio testimonianza delle misure intraprese dai governatori per proteggere il nucleo abitativo, ossia la creazione di solide mura.

Poter osservare ancora oggi i resti romani Castello è la prova dell’attenzione nella costruzione e dell’importanza che le mura dovevano avere all’epoca: “firmissumum”, ossia molto solide, come Tacito le definiva all’epoca.

I resti romani Castello e quelli che seguivano andavano a formare un pentagono. Questa forma irregolare è dovuta ai dislivelli che interessavano la città, che hanno reso necessario un lavoro di adeguamento.

La prima conferma scritta dell’esistenza dei resti romani al Castello Visconteo Sforzesco ci viene data da Liutprando di Cremona nel X secolo. Successivamente, in un diploma del 18 aprile 969 concesso da Ottone I vengono esplicitamente citate tanto la corte che il castello di Novara, e viene detto come questo sia collocato nelle vicinanze dei resti romani.

Il castello aveva invece una struttura probabilmente assimilabile a un quadrilatero di 60 metri per lato, ma con una sporgenza di circa 30 metri nel lato sud che donava una forma irregolare. I resti romani Castello sono ancora visibili nel lato Ovest della corte del castello, dove formano una costruzione irregolare di ciottoli di fiume e mattoni rettangolari.

È proprio qui che si sviluppa la parte più antica della fortificazione, che viene ulteriormente rafforzata nel V e Vi secolo.

Questa resta la base su cui andranno poi a essere costruite le successive fortificazioni e lo stesso Castello, che si erge sui resti romani che costituivano la cinta muraria nell’angolo Sud-Ovest.

I resti romani Castello sono però solo una parte della testimonianza dell’epoca romana, che è disseminata in tutta la città e che interessa anche via Solaroli, piazza Cavour e via Bescapè.